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Foibe, Ceccardi (Lega): “negazionisti ridotti a minoranza, ora nemici sono riduzionismo e giustificazionismo”

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Foibe, Ceccardi (Lega): “negazionisti ridotti a minoranza, ora nemici sono riduzionismo e giustificazionismo”

“Oggi l’85% degli italiani conosce le Foibe e l’Esodo. I negazionisti sono ridotti al 2%. Questo significa che è stato fatto un lavoro importante, negli ultimi vent’anni, per poter arrivare, sia pur tra mille difficoltà, ad una memoria condivisa sulle persecuzioni subite dai nostri connazionali, a partire dal settembre 1943, ad opera del dittatore comunista Tito. Adesso serve un lavoro diffuso, a partire dalle scuole e dalle istituzioni contro riduzionisti e giustificazionisti ”.

Lo afferma Susanna Ceccardi, eurodeputata della Lega, commentando un sondaggio Swg sul Giorno del Ricordo. “C’è ancora molto da fare perché la metà degli italiani si dice non informato o vagamente informato. E, -continua Ceccardi- dobbiamo ancora impegnarci perché siano portate alle luce le responsabilità storico-politiche di quella terribile parte della nostra storia. Pochi sanno, come emerge dallo stesso sondaggio, che a perpetrare la persecuzione degli italiani fu la furia sanguinaria di Tito”.

“E se il negazionismo è ridotto al lumicino, adesso dobbiamo smontare le folli argomentazioni dei giustificazionisti e dei riduzionisti. Il modo migliore per far conoscere, anche ai più giovani, cosa successe in quegli anni, è dare voce agli esuli. Questo può avvenire grazie ad un accesso multimediale alle fonti e alle testimonianze dirette, che era impensabile fino a vent’anni fa, ma anche al coinvolgimento, in presenza, dei diretti interessati”.

“Ognuno poi -aggiunge Ceccardi- sceglie da che parte stare. Io mi schiero con gli esuli, o figli di esuli, mentre c’è chi, come Tomaso Montanari, continua a dare credito a storici di parte come Eric Gobetti, le cui foto con le statue di Tito sono eloquenti della sua impostazione”.

“Il Giorno del Ricordo -osserva ancora Ceccardi- è un’occasione importante per condannare i regimi totalitari del Novecento. Tutti! Le Foibe e l’esodo giuliano-dalmata si collocano storicamente nell’avanzata del dittatore comunista Tito e della sua ascesa al potere. Chi continua a negare o a strumentalizzare, da sinistra, questa giornata, non riesce a fare i conti con quella pagina della propria storia politica”.

“Nazismo, fascismo e comunismo sono stati equiparati da una nota Risoluzione del Parlamento europeo del 2019 che, quando fu approvata, vide inevitabilmente montare polemiche pretestuose dalla sinistra italiana. Ecco, sono convinta -conclude Ceccardi- che dietro il negazionismo, e ora il riduzionismo e il giustificazionismo che la sinistra in Italia ancora alimenta sulle Foibe e l’Esodo, vi sia l’attaccamento alle proprie radici comuniste o post-comuniste”.

Sgombero di Trieste, interrogazione di Ceccardi a Commissione Ue

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Sgombero di Trieste, interrogazione di Ceccardi a Commissione Ue


“Uso della forza sproporzionato e antidemocratico”

“Il green pass italiano obbligatorio per poter lavorare è quasi un unicum in Europa. Per questo chiedo alla Commissione europea di pronunciarsi su questa misura che ritengo discriminatoria, e su quanto avvenuto ieri a Trieste”. Lo spiega Susanna Ceccardi, europarlamentare della Lega (gruppo ID) che ha presentato un’interrogazione a tale proposito.
“Allo stato attuale, coloro che non si sono vaccinati, ma intendono comunque svolgere la propria professione, devono sottoporsi a tamponi, che hanno una validità di 48 ore, a proprie spese”, sottolinea Ceccardi.
“Dal 15 ottobre è avvenuto un cambiamento drastico che non poteva non provocare forti tensioni e divisioni all’interno del popolo italiano. E’ più che normale che vi siano dubbi, contrarietà fino a vere e proprie forme di protesta”, aggiunge l’europarlamentare.


“Uso della forza sproporzionato e antidemocratico”

“Se si tiene conto di questo -prosegue Ceccardi- appare davvero ancor più sproporzionato e antidemocratico il ricorso alla forza nel terrificante sgombero di ieri. Il ministro Lamorgese non può, come titolare del dicastero, non assumersi la responsabilità di un tale utilizzo della forza nei confronti di manifestanti pacifici, anche se, in una nota, si vorrebbe far credere  che il Viminale non c’entra nulla”.
“Si possono condividere o meno le ragioni di quella manifestazione, ma la differenza di atteggiamento tenuto a Trieste ieri e quello assunto a Roma, in occasione dell’assalto alla Cgil, è sotto gli occhi di tutti. E non vorremmo che si nascondesse dietro tutto questo una premeditata scelta politica che sarebbe gravissima”, conclude Ceccardi.

Omofobia, Ceccardi: “Zan in cerca di visibilità fa disgustoso vouyeurismo”

Omofobia, Ceccardi: “Zan in cerca di visibilità fa disgustoso vouyeurismo” 1200 800 redazione web


Omofobia, Ceccardi: “Zan in cerca di visibilità fa disgustoso vouyeurismo”

“Il povero Alessandro Zan cerca visibilità, e un po’ lo capisco. Dopo essere stato per settimane al centro dei dibattiti televisivi, col suo disegno di legge, questa estate era sparito dai radar. Ora riesce di nuovo a far parlare di sé con una raccapricciante anticipazione del suo libro”. Così Susanna Ceccardi, eurodeputata dalle Lega.
“Per Pd e M5S il dl Zan era una priorità assoluta, ma evidentemente era una priorità preagostana. Adesso Zan cerca di tornare alla ribalta affidandosi a delle indiscrezioni voyeristiche. Ma non si dovrebbe mai violare la privacy di chi non ha intenzione di rendere pubblico il proprio orientamento sessuale. Come è un diritto esternarlo, è un diritto tenerlo per sé. Trovo disgustoso questo atteggiamento utile forse a vendere tre copie in più. Cosa vuole dimostrare Zan? che se un parlamentare è gay allora non può essere leghista o contro il suo disegno di legge? Si ostina quindi a non capire che la questione dirimente non è la sacrosanta lotta all’omofobia, ma la difesa della libertà di espressione. Questa legge  crea un’aggravante molto pericolosa sui reati di opinione. Ma su questo terreno la sinistra non vuole scendere perché sa di avere torto e allora ricorre a queste ridicole strumentalizzazioni. E’ una mancanza di rispetto inaccettabile anche nei confronti di tutti i gay, compreso chi, come il nostro capogruppo a Viareggio, Alessandro Santini, porta avanti il proprio impegno politico nel centrodestra”.

Afghanistan, Ceccardi: con ritiro Occidente torna spettro 11 settembre

Afghanistan, Ceccardi: con ritiro Occidente torna spettro 11 settembre 640 400 redazione web


Afghanistan, Ceccardi: con ritiro Occidente torna spettro 11 settembre


E ricorda Fallaci: “contro i nemici serve la passione”

I timori per un’eventuale nuova stagione di attentati di matrice islamica, le difficoltà legate alla gestione delle ondate migratorie dall’Afghanistan, la necessità di una politica coesa dell’Unione europea, l’abbandono al suo destino del popolo afghano e lo stravolgimento degli equilibri geopolitici in Medio Oriente sono stati al centro del convegno sui Vent’anni dall’11 settembre 2001, coordinato a Montecatini Terme da Susanna Ceccardi, europarlamentare della Lega, nel gruppo di Identità e Democrazia. L’evento, cui ha partecipato in videocollegamento anche il segretario della Lega, Matteo Salvini, a fornito uno sguardo a 360 gradi su quanto avvenuto in Afghanistan, dal punto di vista politico, strategico, militare e giornalistico. “L’Europa ha dimostrato la sua assenza”, ha detto Salvini, per il quale “questa deve essere l’occasione per tornare ad avere rapporti giusti e costanti con la Federazione russa”. Quello tra Afghanistan, Pakistan e Iran, ha aggiunto, “rischia di essere un triangolo devastante, anche in chiave nucleare”
Tra i tanti temi toccati, Ceccardi ha posto l’attenzione sulla pericolosità dei corridoi umanitari: “da chi saranno gestiti? Da chi ha il potere laggiù, quindi dai talebani. Rischiamo di portare il nuovo terrorismo a casa nostra. Un nuovo 11 settembre potrebbe accadere di nuovo, come il Bataclan e i tantissimi attentati che hanno insanguinato l’Occidente. Ora l’attenzione dell’Europa deve essere massima. Europa che pagherà più di tutti lo scotto delle nuove ondate migratorie, con il canale che passa dall’Est”.
Secondo il professor Luciano Bozzo, docente di Relazioni internazionali e Teorie della politica internazionale all’Università di Firenze, “le critiche al presidente Biden sono giustificate, nonostante il ritiro dall’Afghanistan fosse già nei programmi del presidente Obama ed fosse stato poi codificato, in qualche modo, dal presidente Trump con gli accordi Doha, rispettando l’orientamento dell’opinione pubblica”. “Devo aggiungere però -continua Bozzo- che se Biden ha portato a compimento un processo che viene da lontano, è anche vero che ha gestito davvero male l’ultima fase del ritiro. Il caos che si è creato nelle ultime settimane, prima del ritiro, in particolare negli ultimi giorni, poteva essere evitato. Biden ha fallito in questo, lo sa, subisce attacchi su questo anche dal suo stesso partito. E questa è la parte peggiore della vicenda”.
L’inviata di guerra Chiara Giannini ha raccontato la sua esperienza in Afghanistan ed è sicura: “è una situazione veramente drammatica, soprattutto per le donne, che sono tornate indietro di secoli, peggio anche di vent’anni fa: di nuovo il burqa, di nuovo donne separate dagli uomini, bambini che probabilmente saranno addestrati a fare i terroristi perché di fatto i talebani sono terroristi. Non è un governo col quale si può trattare, perché non danno diritti alle persone”.
“Il ritiro dopo 20 anni, era inevitabile, è stato gestito malissimo”, ha osservato il generale Marco Bertolini, in Afghanistan due volte, nel 2003 a Khost e nel 2009 “L’Italia -ha continuato Bertolini- dopo 20 anni di assoluto disinteresse per quello che succedeva ai nostri uomini in Afghanistan, improvvisamente adesso si rende conto che abbiamo perso la guerra. Coloro che avevamo giurato di distruggere hanno preso nuovamente il potere. Questa è una sconfitta per la credibilità di tutto l’Occidente, la cui crisi può avere conseguenze gravissime in tutto il mondo”.
Ceccardi in conclusione del convegno ha letto “le profetiche parole di Oriana Fallaci”, tratte da ‘La Rabbia e l’Orgoglio: “J’ accuse, io accuso, gli occidentali di non aver passione. Di vivere senza passione, di non combattere, di non difendersi, di fare i collaborazionisti per mancanza di passione. (…)
Per combattere la passione dei nostri nemici, “per difendere la nostra cultura cioè la nostra identità e la nostra civiltà, non bastano gli eserciti. Non servono i carri armati, le bombe atomiche, i bombardieri. Ci vuole la passione. La forza della passione. E se questa non la tirate fuori, non la tiriamo fuori, io vi dico che verrete sconfitti. Che verremo sconfitti. Vi dico che torneremo alle tende del deserto, che finiremo come pozzi senz’ acqua. Wake up, then! Sveglia, wake up” .

Islam, Ceccardi: se Musse Ali sa di più su terrorismo, parli

Islam, Ceccardi: se Musse Ali sa di più su terrorismo, parli 1280 720 redazione web


Islam, Ceccardi: se Musse Ali sa di più su terrorismo, parli


“E il Pd cosa fa adesso? la lascia ancora al suo posto?”

“Le dichiarazioni di Nura Musse Ali sulla pericolosità del fondamentalismo islamico in Italia sono importanti, ma sembra quasi che ne sappia di più. Se conosce realtà specifiche nel nostro Paese dove i terroristi trovano terreno fertile ne parli con le autorità competenti”. Così Susanna Ceccardi, eurodeputata della Lega, commenta l’estratto della seduta commissione pari opportunità del Consiglio regionale, pubblicato oggi da La Nazione.
“Adesso il Pd cosa dirà? Continuerà a difenderla anche se ha candidamente ammesso che le moschee che il Pd vorrebbe costruire ovunque sono finanziate e controllate dagli estremisti?”, chiede Ceccardi
“Trovo paradossale che Musse Ali -prosegue Ceccardi- da una parte veda con favore il ritorno dei talebani al potere in Afghanistan e, dall’altra, ci dica di preoccuparsi piuttosto del fondamentalismo qua da noi. Le sue parole sono sempre animate da una sorta di rancore verso l’Occidente e la nostra cultura. E’ sempre molto più pronta a puntare il dito contro noi della Lega che a esprimere un giudizio di condanna verso il regime talebano, verso il quale addirittura esprime fiducia.
Questa sua sorta di outing in Commissione è molto strano e, considerando l’insieme dei concetti espressi in questa e altre sedute, sembra quasi che dica: ‘non occupatevi di quel che accade in Afghanistan, o in altri Paesi islamici, ma pensate a casa vostra’. E invece noi della Lega da sempre poniamo l’attenzione sul tema dei fondamentalisti che mettono le mani nelle moschee in Occidente per fare proseliti, tanto quanto, ad esempio, la negazione dei diritti civili delle donne nei Paesi come l’Afghanistan. I due aspetti non si escludono a vicenda, come invece vorrebbe la consigliera targata Pd”.
“Prendiamo atto che, come emerge dal dibattito,  Nura Musse Ali è ancora al suo posto, nonostante la richiesta di dimissioni arrivate anche da vari esponenti del Pd, compreso il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo, ma, e questo è grave, non dalle altre componenti dem della Commissione”, conclude Ceccardi.