Peste Suina Africana, interrogazione di Ceccardi (Lega) a Ue: “serve un intervento efficace”

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Peste Suina Africana, interrogazione di Ceccardi (Lega) a Ue: “serve un intervento efficace”

“La possibilità che la peste suina africana si espanda in maniera significativa in Italia, come in altre parti d’Europa, è ancora, inspiegabilmente, sottovalutata. Eppure, dovrebbero essere sufficienti i contagi già accertati per imporre un serio innalzamento del livello di guardia”. Lo afferma Susanna Ceccardi, europarlamentare della Lega, che ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea. “E’ necessario intervenire con un efficace prelievo dei cinghiali, andando oltre le sole aree dei focolai”, spiega Ceccardi, che chiede alla Commissione di valutare questo tipo di azione. “Oltre agli abbattimenti -continua Ceccardi- servono risorse per la raccolta in sicurezza delle carcasse e per le delimitazioni delle aree contagiate o a rischio contagio”.

“La peste suina minaccia il settore suinicolo italiano, che vale sette miliardi di euro. I danni che deriverebbero dal propagarsi della malattia agli allevamenti di maiale sono incalcolabili. Il virus è resistente al freddo, persino nella carne di un animale lavorato e conservato in cella frigorifera”.

“Ma, al di là del fenomeno della Psa, -aggiunge Ceccardi- esiste un problema complessivo dovuto all’eccessiva presenza di cinghiali sul nostro territorio, che procurano ingenti danni al mondo dell’agricoltura. Serve una sensibile riduzione della loro presenza. Le scene che vediamo quotidianamente per le strade di Roma dimostrano la gravità della situazione”.

“Negli ultimi anni -sottolinea Ceccardi- in molte parti d’Italia è mancata un’adeguata prevenzione e ora i numeri parlano chiaro, con 2,3 milioni di cinghiali sparsi nella nostra Penisola. Spesso -osserva Ceccardi- si è optato per misure di contenimento troppo blande e quella degli ungulati rappresenta una minaccia costante per il tutto il mondo dell’agricoltura”.

“La presenza crescente del cinghiale -conclude Ceccardi- è stata sottovalutata dalla sinistra ambientalista, che ha imposto una linea sostanzialmente contraria a qualunque forma ed entità di abbattimenti. E’ tempo di cambiare rotta. Le nostre eccellenze agroalimentari non possono permettersi in alcun modo che gli effetti della peste suina vadano a sommarsi a quelli di pandemia e guerra”.