Agroalimentare, Ceccardi (Lega): bene italiani diffidenti contro pesce sintetico, difendere e valorizzare nostre tradizioni

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Agroalimentare, Ceccardi (Lega): bene italiani diffidenti contro pesce sintetico, difendere e valorizzare nostre tradizioni

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“Dietro il business del cibo sintetico si celano gli interessi di poche multinazionali che puntano a distruggere le singole tradizioni produttive ed economiche locali. La carne sintetica, il miele prodotto senza api o il latte prodotto senza mucche, rappresentano un percorso totalmente sbagliato, e lo stesso vale per il pesce realizzato in laboratorio”. Lo afferma Susanna Ceccardi, europarlamentare della Lega (Id), commentando il sondaggio di Coldiretti, secondo il quale il 68% degli italiani “non si fida” del pesce sintetico.

“Bene che l’indagine di Coldiretti abbia intercettato il sentiment negativo degli italiani nei confronti di queste sperimentazioni ma -aggiunge Ceccardi- la mia speranza è che la percentuale dei contrari, o diffidenti, salga ulteriormente. Ad ogni modo, come Lega siamo e saremo in prima linea per respingere dai nostri piatti alimenti sintetici e insetti, per valorizzare invece il patrimonio della nostra tradizione”.

“Gli effetti della pandemia e della guerra in Ucraina hanno dimostrato in maniera inequivocabile quello che la Lega ha sempre sostenuto, e cioè che la via maestra per un Paese come l’Italia è il recupero della propria sovranità o indipendenza alimentare. Accorciare le filiere produttive è una necessità che risponde alle nuove esigenze di sicurezza nazionale, di salute dei consumatori, e di difesa dell’ambiente. Proprio sull’ambiente si gioca l’inganno più grave di chi è a favore dei prodotti alimentari artificiali. In nome del cosiddetto ‘cruelty free’ si spiana la strada alla fine della biodiversità, degli allevamenti, della itticoltura, e del millenario rapporto tra uomo e natura. E’ giusto, è doveroso, ripensare in termini sempre più sostenibili l’agricoltura, la caccia e la pesca. Il contributo della tecnologia a tale scopo è fondamentale, ma non passa certo dalla fabbricazione di carne o pesce che peraltro consuma più acqua e energia degli allevamenti tradizionali”, conclude Ceccardi.

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